Conosci tante parole inglesi ma non riesci a comunicare?
Hai studiato l’inglese, hai anche viaggiato e conosci un sacco di vocaboli e regole grammaticali inglesi, ma come mai quando ti capita di dover comunicare qualcosa ed esprimerti non ci riesci? Sai perfettamente cosa vorresti dire e magari anche come dirlo, ma quando sei lì le parole sembrano non voler uscire dalla bocca. E quando, a distanza di un po’ di tempo, ti ritrovi a riflettere su quello che hai detto, ti rendi conto che ti saresti potuto esprimere mille volte meglio. Che frustrazione! Se, come tanti, ti rivedi in quello che sto dicendo, continua a leggere!
Language in, language out…
Che cosa significa sapere una lingua? Significa semplicemente comprendere un messaggio scritto oppure parlato? Ovviamente no. Sapere una lingua significa essere in grado di assimilare ed elaborare ciò che entra per rispondere appropriatamente producendo un messaggio in uscita. Sapere una lingua significa avere a disposizione un repertorio di vocaboli, pronunciati bene e la grammatica necessaria per costruire una struttura corretta della frase e comunicare ciò che vogliamo. Inoltre, sapere una lingua significa poter fare tutto questo in maniera automatica, spontanea e senza troppe esitazioni, il tutto in modo veramente naturale, come allacciare le scarpe o guidare una macchina.
The ‘Bottleneck’ Hypothesis
Immagina di aver passato anni a collezionare caramelle in una bottiglia facendole passare giù per il collo proprio una alla volta. In effetti, questo è quello che hai fatto con l’inglese. La lingua è entrata pian piano nel tuo cervello un pezzettino alla volta attraverso gli occhi (le cose che hai letto) e le orecchie (le cose che hai ascoltato). Language in. I ‘pezzetti’ di linguaggio che ora sono nel tuo cervello hanno un numero finito, ma gli abbinamenti possibili tra loro sono infiniti. Puoi ricomporli per produrre, letteralmente, un’infinità di messaggi.
Un’infinità di messaggi!
Ma ora devi parlare. Devi produrre questi messaggi e devi farlo all’istante. Quindi capovolgi la bottiglia per far uscire il suo contenuto. Language out! Ma cosa succede? Ovviamente usciranno con tutta la loro calma, una maledetta caramella alla volta! E qual è il fattore più limitante? Il numero di caramelle nella bottiglia oppure la larghezza del collo della bottiglia? Naturalmente, per tanti di voi, il secondo.
Un esempio pratico
L’altro giorno mi è capitato di lavorare con una studentessa principiante assoluta, cosa che amo particolarmente perché i loro progressi sono così veloci e tangibili. Stavamo imparando i numeri da uno a dieci, ma lei li sapeva già, ovviamente. Contava che era una meraviglia! Ci siamo chiesti a vicenda i nostri numeri di telefono e lei, con pazienza, ci riusciva. Siamo arrivati, dunque, a fare un esercizio di ascolto dove lei doveva ascoltare (language in) delle semplici conversazioni e scrivere (language out) dei numeri di telefono. Ripeto che lei sapeva i numeri, ma durante l’ascolto dopo le prime due o tre cifre del numero di telefono, si bloccava del tutto esclamando “troppo veloce, troppo veloce!”, anche se in realtà non lo era per niente. Non era in grado di completare l’esercizio perché evidentemente il collo della sua bottiglia era talmente stretto da impedirle che nemmeno quelle poche caramelle che lei aveva immagazzinato riuscivano a trovare la via di uscita. Così l’ho ringraziata in quanto mi aveva dato conferma di quella che io ritengo la prima regola dell’apprendimento di una lingua:
“Lavorare per allargare il collo della bottiglia prima di cercare di riempirla ulteriormente di vocaboli e regole grammaticali!”
Per saperne di più, continua a seguirmi!
Tim
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